Che cos’è la scritta rossa Mater illuminata sulla collina di Torino?
MATER è un’installazione luminosa sul tetto più alto di Flashback Habitat. La scritta, visibile da tutta la città, è realizzata da Alessandro Bulgini, fa parte delle Luci d’Artista. Mater è un simbolo dal significato potente: una parola che evoca il concetto di accoglienza e cura, particolarmente significativa per uno spazio oggi recuperato che è stato, nel corso della sua storia, rifugio per molti. Una clinica, un rifugio durante le Seconda Guerra Mondiale per persone che rischiavano la vita per motivi politici e razziali, un orfanotrofio.


Oggi è uno dei luoghi più suggestivi di Torino, adagiato sulla collina: un parco che unisce presente e passato con il filo conduttore dell’arte, un posto da vivere, anche solo per bere qualcosa affacciati sulla terrazza del Circolino, un accogliente bar/bistrot da cui si gode di una splendida vista sulla città. Un belvedere che offre una prospettiva unica su Torino e che racconta storie. Ma come nelle migliori storie occorre fare un passo indietro…
Flashback n°1: la clinica Sanatrix, il sanatorio della “Montagna Magica”
Superato il cancello, in via Giovanni Lanza 75, si entra (dopo aver fatto la tessera annuale, 5€) in un parco che sale sulle pendici della collina. L’edificio che oggi ospita Flashback fu costruito tra il 1887 e il 1890 come villa del banchiere Luigi Marsaglia. Nel 1929 venne acquistato dalla Società Anonima Civile Sanatrix, che lo trasformò in una struttura sanitaria all’avanguardia: qui venne operato Fausto Coppi.

Salendo lungo le strade sinuose del parco, mentre tra gli alberi affiorano eleganti palazzine, la mente corre al Berghof, il sanatorio della Montagna magica di Thomas Mann. Eleganti edifici di fine Ottocento, sospesi e separati dal mondo sottostante: microcosmi che sembrano seguire regole proprie.

E qui torna la scritta MATER: dove la montagna di Thomas Mann rappresentava una madre ambigua, che avvolge ma anche trattiene, talvolta fino alla morte, quella torinese è stata una madre concreta, che ha protetto durante la tempesta per poi lasciar andare, che si è trasformata nel tempo per continuare a nutrire la vita in forme diverse.
Flashback n°2: l’orfanotrofio


Entriamo nel Padiglione B, prendiamo l’ascensore, che fa molto Grand Budapest Hotel, e saliamo al terzo piano per scoprire i capitoli successivi di questa storia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto la direzione di Armando Ceratto, figura legata alla Resistenza piemontese, la clinica divenne rifugio per perseguitati politici e razziali.
Negli anni successivi alla sua funzione di clinica, l’edificio cambiò destinazione più volte e divenne sede dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia di Torino (IPI), un brefotrofio attivo fino al 1983.


Qui centinaia di neonati sono stati accolti e cresciuti, spesso senza conoscere la propria origine e identità. Le loro storie sono intessute nella trama stessa dell’edificio, nei corridoi che un tempo ospitavano dormitori per bambini soli.
Tra le mostre più significative oggi ospitate in questo spazio spicca “Una vita migliore, frammenti di storie dell’IPI di Torino“, curata da Alessandro Bulgini, che ha dato voce alle storie dei “nativi” attraverso documenti d’archivio, testimonianze video e installazioni visive. Questa esposizione non è semplicemente un evento artistico, ma rappresenta un potente atto di riappropriazione della memoria e di elaborazione collettiva del passato, e permette ai visitatori di entrare in contatto con le vite segnate da quella istituzione.
Oggi: la nuova vita di Flashback Habitat
Torniamo al piano terra dove si svolgono le mostre temporanee. Attualmente è in corso Fondato sul lavoro, una collettiva che riflette sugli aspetti più controversi del mondo del lavoro: lo sfruttamento di risorse, ambiente e persone.




Usciamo all’esterno, dove “Il parco dell’arte” e il “Vivarium” estendono l’esperienza artistica agli spazi aperti, creando un dialogo tra natura e cultura.

Il Circolino: cuore pulsante di una comunità culturale
Salendo nel parco, arriviamo nel punto più alto di Flashback Habitat, al Padiglione C, dove c’è “Il Circolino“: un bar, bistrot, luogo per concerti, spazio per godersi il sole o un tramonto sulla città.

All’interno, mentre si sorseggia un caffè o si gusta un pasto, è possibile partecipare a discussioni culturali, assistere a proiezioni video o prendere parte a laboratori creativi.



In un’epoca segnata da crescenti fenomeni di gentrificazione, luoghi come questo sembrano sempre più rari e quasi impossibili da trovare. Occasioni preziose in cui la memoria viene preservata, resistendo alla tentazione di trasformare gli edifici in meri beni di mercato, soprattutto in una delle zone più costose di Torino.
La capacità di creare un dialogo armonioso tra passato e presente, trasformando luoghi un tempo segnati dalla fragilità in spazi di creatività e incontro, rappresenta un segno importante nel panorama culturale torinese e nazionale.
Per aggiornamenti e maggiori informazioni: www.flashback.to.it
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