Lasciatevi affascinare dagli arredi d’epoca e dall’atmosfera della Torino d’altri tempi, gustando un bicerìn, uno zabaione o una cioccolata in tazza comodamente seduti sui preziosi divanetti di velluto dei caffè storici di Torino.
Torino ha questo modo sottile di invitarti a sederti. Non è mai un ordine, è piuttosto una proposta silenziosa che arriva attraverso le vetrine illuminate dei suoi caffè storici, quei templi del gusto che hanno attraversato secoli senza perdere l’anima.
Sapete che Torino è la città italiana con più caffè storici? Non è un caso: su questi divanetti di velluto si è scritta la storia d’Italia, tra una tazza di cioccolata e una conversazione sussurrata. Il Risorgimento è nato anche così, tra i vapori del caffè e le parole dei patrioti.
I caffè storici di Torino non sono mai stati semplici locali dove consumare una bevanda. Ogni locale aveva la sua connotazione politica, derivata dai suoi abituè. Ma c’era anche spazio per la galanteria: le signore torinesi frequentavano questi salotti eleganti, come cantava Gozzano nella sua celebre poesia: “Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie“. Una dichiarazione d’amore che profuma ancora di dolci e nostalgia.
I caffè storici della città sono stati frequentati da una straordinaria varietà di personaggi storici, artisti e scrittori: da Cesare Pavese a Luigi Einaudi, da Natalia Ginzburg a De Amicis. Nel 1857, Herman Melville attraversava le strade di Torino con l’animo appesantito dal fallimento di Moby Dick. Quello che lo colpì della nostra città non furono solo i palazzi tutti “dello stesso taglio, dello stesso colore e della stessa altezza”, ma qualcosa di più sottile e rivelatore: “Operai e povere donne che prendono la loro misera colazione in caffè eleganti…“. Un’anomalia sociale che parlava di una città dove le barriere si assottigliavano dietro al bancone di un caffè, dove la democrazia aveva il sapore del bicerin e l’odore del cioccolato fumante.
Quella Torino che sorprese l’autore di Moby Dick esiste ancora oggi, intatta nelle sue sale storiche.
Quasi tutti i caffè storici sono concentrati nell’area attorno a Piazza Castello, creando un vero e proprio itinerario del gusto e della storia nel cuore della città.
Caffè Al Bicerin: dove nasce la magia

Un giro tra i caffè storici torinesi non può non partire da qui, dal piccolo caffè davanti alla Consolata. Il Bicerin – “piccolo bicchiere” in torinese – è nato qui, e quando entri capisci perché Umberto Eco l’ha descritto con tanta precisione ne “Il cimitero di Praga”.
“La beatitudine di quell’ambiente dalla cornice esterna in ferro, i pannelli pubblicitari ai lati, le colonnine e i capitelli in ghisa, le boiseries interne in legno decorate da specchi e i tavolini di marmo, il bancone dietro al quale spuntavano i vasi, dal profumo di mandorla, di quaranta tipi diversi di confetti… Mi piaceva pormi in osservazione in particolare la domenica, perché la bevanda era il nettare di chi, avendo digiunato per prepararsi alla comunione, cercava conforto uscendo dalla Consolata – e il bicerin era ricercato in tempo di digiuno quaresimale perché la cioccolata calda non era considerata cibo. Ipocriti”.
Questo è uno dei caffè storici più autentici di Torino, dove quell’atmosfera di beatitudine si respira tra i tavolini di marmo e le boiserie che sanno di 1763.
Spesso c’è la coda per entrare, ma vale la pena aspettare. Il bicerin è più di una bevanda: è Torino in un bicchiere, con il suo equilibrio perfetto tra cioccolato, caffè e crema di latte. Tra tutti i caffè storici, questo piccolo angolo conserva forse più di ogni altro il fascino immutato del tempo.
Se volete saperne di più come è nato e come è fatto il Bicerin, andate alla pagina Il Bicerin: cos’è e dove assaggiarlo a Torino.
Specialità: il Bicerin ovviamente, Zabajone aromatizzato al Barolo Chinato o al Moscato
Indirizzo: Piazza della Consolata, 5 – Torino
Sito: Il Bicerin
Fiorio: il caffè dei codini

Sotto i portici di via Po, dal 1780, il Caffè Fiorio racconta storie di aristocratici e alti ufficiali. Lo chiamavano “caffè dei codini” per via della clientela, ma qui venivano anche Cavour, Rattazzi, D’Azeglio. Re Carlo Alberto mandava ogni mattina i suoi emissari per tastare il polso della situazione politica.
Questo è uno dei caffè storici che meglio rappresenta l’eleganza sabauda, anche se oggi quella grandezza ha acquisito una patina di vissuto che, se vogliamo, la rende ancora più autentica: le sale interne conservano ancora quell’atmosfera d’altri tempi, con i loro velluti e le pareti damascate. Il gelato gianduia servito nelle coppe Fiorio rimane una piccola opera d’arte che solo i caffè storici di Torino sanno offrire.
Specialità: gelato (gianduia), cioccolata calda
Indirizzo: Via Po 8, Torino
Caffè San Carlo: ribelli con il caffè


In piazza San Carlo, il caffè omonimo ha sempre avuto un’anima ribelle. Nato nell’Ottocento, fu il primo in Italia ad adottare l’illuminazione a gas – una rivoluzione per l’epoca, che distingueva i locali più innovativi. Frequentato da carbonari e patrioti, venne chiuso più volte per “attività sovversive”.
Successivamente divenne ritrovo di scrittori e artisti: Croce, De Amicis, Gobetti, Einaudi, Carlo Levi. Oggi il Caffè San Carlo fa parte delle Gallerie d’Italia ed è gestito dagli chef Costardi Bros, i fratelli piemontesi che nel 2021 hanno preso in gestione gli spazi dopo un restauro conservativo che ha saputo coniugare storia e contemporaneità. Danno alla tradizione torinese un twist contemporaneo, dimostrando come i caffè storici possano evolversi mantenendo la loro identità ribelle. Lo spazio oggi ospita anche il ristorante fine dining Scatto, che unisce l’arte culinaria al tema della fotografia, creando un dialogo inedito tra gastronomia e cultura visiva.
Indirizzo: Piazza San Carlo, 156 – Torino
Specialità: Viennoiseries
Caffè confetteria Baratti & Milano: l’eleganza in galleria

Entrando sotto i portici di piazza Castello, con le vetrine che si affacciano sulla Galleria Subalpina, Baratti & Milano ti accoglie con uno splendore che non ha nulla da invidiare ai caffè viennesi. Aperto nel 1875, questo è sicuramente uno dei caffè storici più raffinati di Torino.
Le sale Art Nouveau rivestite di legno e marmi, con drappeggi giallo senape e lampadari di cristallo, conservano intatto il fascino dell’epoca. Quando entri, alza lo sguardo: il soffitto a rosone nell’ingresso è un piccolo capolavoro.

Baratti & Milano divenne famosa per il cioccolato, i gianduiotti, i cremini e fu insignita dello stemma di fornitore della Real Casa Savoia. Consigliato per un aperitivo elegante, è anche un raffinato ristorante guidato dallo chef Guido Alciati.
Specialità: cioccolata calda, caramelle e pasticceria.
Indirizzo: Piazza Castello, 29 – Torino
Caffè Mulassano, il piccolo gioiello torinese

Trentuno metri quadri di pura magia. Il Caffè Mulassano, aperto nel 1907, è un gioiello incastonato sotto i portici di piazza Castello. Tra i caffè storici, questo è il più intimo: ritrovo di notabili di Casa Reale e artisti del Teatro Regio, deve la sua fama anche al fondatore che nel 1925 introdusse in Italia il tramezzino.
Piccolo, esclusivo, con quella particolare atmosfera che solo i luoghi autentici sanno creare. È uno di quei caffè storici che ti fa sentire parte di una storia più grande, dove ogni sorso di caffè ha il sapore del tempo che scorre lento.
La storia del Mulassano fa riflettere su quanto sia imprevedibile il destino delle piccole rivoluzioni. Nel 1926, Angela Demichelis Nebiolo – una quindicenne torinese tornata dall’America – guarda un sandwich americano e pensa semplicemente: “E se non tostassimo il pane?” Un gesto apparentemente banale che cambierà per sempre le abitudini alimentari degli italiani. Il tramezzino nasce così, dalla geniale intuizione di chi sapeva mescolare l’esperienza d’oltreoceano con l’eleganza tutta piemontese.
L’ambiente stesso racconta questa storia stratificata: il bancone in marmo di Numidia, i soffitti a cassettoni, le boiserie scolpite che creano un’atmosfera Liberty perfettamente conservata. E poi c’è quel dettaglio che mi ha sempre colpito: l’orologio pazzo con i numeri alla rinfusa, un meccanismo segreto per decidere chi paga il conto tra amici. Un gioco che rivela quanto, anche nei luoghi più eleganti, ci sia spazio per l’ironia e la leggerezza.
Piccolo, esclusivo, con quella particolare atmosfera che solo i luoghi autentici sanno creare. È uno di quei caffè storici che ti fa sentire parte di una storia più grande, dove ogni sorso di caffè ha il sapore del tempo che scorre lento. Dove Erminio Macario trascorreva interi pomeriggi osservando il passeggio di Piazza Castello per trovare ispirazione per i suoi personaggi, e dove persino i reali non disdegnavano una sosta – tanto che fino al 1926 pesanti tende rosse delimitavano uno spazio riservato.
Oggi, riconosciuto come Locale Storico d’Italia dal 1985, il Mulassano continua a essere quello che è sempre stato: un piccolo scrigno di bellezza dove la tradizione non è mai nostalgia, ma presenza viva che si rinnova ad ogni tramezzino servito, ad ogni caffè versato con quella cura che solo chi custodisce la memoria sa ancora avere.
Specialità: Aperitivo, Tramezzini, Vermouth
Indirizzo: Piazza Castello, 15 – Torino
Caffè Torino, tra storia e superstizione
Il Caffè Torino è puro Liberty, inaugurato nel 1903 in piazza San Carlo con l’ambizioso obiettivo di competere con gli altri caffè storici che si affacciano sulla “piazza salotto” della città. All’inizio era “café d’la Sacrestia”, addossato al convento dei Padri Serviti – un soprannome che già racconta tutto della capacità torinese di trasformare la geografia urbana in affetto quotidiano. Poi, nel 1934, quando via Roma venne sventrata per i lavori di rimodernamento, il caffè si trasferì sotto i portici dove ancora oggi respira, portando con sé alcuni pezzi della vecchia casa come l’iconico registratore di cassa americano.


Negli anni ’50 era il palcoscenico involontario delle cronache mondane, ma anche il rifugio discreto di Ida Einaudi, moglie del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, aveva l’abitudine di recarsi al Caffè Torino ogni venerdì per attendere il ritorno da Roma del marito davanti a un rapido aperitivo. Cesare Pavese vi si sedeva accanto a James Stewart, Brigitte Bardot incrociava lo sguardo di Erminio Macario – come se la città avesse bisogno di un luogo dove il provinciale e il cosmopolita potessero convivere senza darsi troppo peso. E poi c’è quel dettaglio che solo Torino poteva inventare: il toro rampante in ottone davanti all’ingresso
Indirizzo: Piazza San Carlo, 204 – Torino

Curiosità
Il toro portafortuna
Il “toro di bronzo” sul marciapiede davanti al Caffè Torino in Piazza San Carlo a Torino è una delle curiosità più amate e fotografate della città: secondo una popolare tradizione torinese, calpestare i testicoli del toro porterebbe fortuna. A forza di essere calpestato, il punto interessato è visibilmente consumato rispetto al resto della figura.
Caffetteria di Palazzo Reale

La Caffetteria di Palazzo Reale è il più recente “caffè storico” di Torino: è stata inaugurata nel 2007. Comoda per chi visita i Musei Reali (è al piano terra di Palazzo Reale) e scenografica: potrete bere un caffè tra i servizi di porcellana delle collezioni sabaude.
Indirizzo: Piazzetta Reale, 1 – Palazzo Reale –Torino
Caffè Platti

Più defilato rispetto agli altri caffè storici del centro, si trova sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele II.
Dal 1870 le splendide sale impreziosite da decori barocchi e arredi Déco, hanno ospitato personaggi illustri come Giulio Einaudi, il senatore Agnelli, Cesare Pavese, Natalia Ginzburg. Pare che nelle sale del Caffè Platti nacque l’idea di fondare una squadra di calcio… successivamente conosciuta come Juventus.
Specialità: praline, gianduiotti, bignole, Torta Platti
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II 72 , Torino
Confetteria Stratta

Aperta nel 1836, la confetteria e pasticceria Stratta grazie alle sue caramelle, diventò fornitrice ufficiale di Casa Savoia. Un tempio per i golosi, ricolmo di caramelle e bonbon tra lampadari di Murano e boiserie in ciliegio.
Specialità: Confetti, gelatine alla frutta e fiori canditi, Marron glacé e le “Gioie di Cavour”: praline di crema gianduia ricoperte di nocciola tostata
Indirizzo: Piazza S. Carlo, 191, Torino
Caffè Pepino, tra ghiaccio e pinguini

Il Caffè Pepino, noto anche come Gelateria Pepino, è un locale storico di Piazza Carignano, nato nel 1884 nell’edificio che ospita il Teatro Carignano, dal lato opposto rispetto al celebre Ristorante del Cambio.
Pepino è un nome che evoca immediatamente domeniche d’estate e passeggiate sotto i portici. Fondato dal pasticcere napoletano Domenico Pepino, che per trentadue anni seppe conquistare il palato esigente dei torinesi, il locale conobbe una svolta decisiva con l’arrivo dei nuovi proprietari Feletti e Cavagnino. Furono loro a introdurre innovazioni rivoluzionarie come il ghiaccio secco per le consegne a domicilio e a ottenere il prestigioso titolo di “Fornitore della Real Casa” dei Savoia.
La vera fama mondiale arrivò nel 1939 con l’invenzione del Pinguino, il primo gelato su stecco ricoperto al mondo – una creazione che trasformò una semplice pausa dolce in un gesto elegante da passeggio. Ancora oggi, nelle tiepide serate torinesi, quel caratteristico bastoncino bianco e nero continua a raccontare una storia di innovazione e tradizione che attraversa le generazioni, rendendo la Pepino non solo un simbolo della dolcezza urbana ma anche un pezzo autentico dell’identità cittadina che si specchia idealmente con il celebre Ristorante del Cambio nell’edificio che ospita il Teatro Carignano.
Specialità: il “Pinguino“, il primo gelato su stecco ricoperto di cioccolato al mondo.
Indirizzo: Piazza Carignano 8, Torino
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