Cosa fare al mercato di Porta Palazzo e al Balôn

Scopriamo Porta Palazzo, il mercato all’aperto più grande d’Europa, un crocevia di culture, profumi e sapori da ogni parte del mondo. E il Balôn, il regno dei collezionisti e degli amanti dell’usato, dove ogni oggetto è una scoperta.

A pochi minuti a piedi da Piazza Castello, in Piazza della Repubblica, per i torinesi Porta Palazzo, c’è il mercato più grande di Torino, uno dei più estesi in Europa, il più frequentato dai torinesi, il più economico, il più multietnico. Uno spettacolo che si ripete tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle prime ore del mattino, quando spuntano le prime bancarelle, fino a notte fonda quando piazza della Repubblica viene pulita da resti e avanzi del mercato.

La storia del mercato di Porta Palazzo

Nel 1729, l’architetto di corte Filippo Juvarra progettò una piazza d’armi rettangolare, conosciuta come piazza Vittoria, delimitata da un lato dalla Porta Palazzo, una delle porte storiche della città. Tuttavia, durante l’occupazione napoleonica nell’Ottocento, le mura furono smantellate e la Porta demolita, lasciando solo il nome come testimonianza del passato. Successivamente, il progetto della piazza prese l’attuale forma ottagonale.

Stand a Porta Palazzo

Il mercato di Porta Palazzo a Torino vide la sua nascita nel 1835, anno in cui furono costruite le prime tettoie per la vendita di prodotti alimentari, seguite dalla realizzazione di grandi ghiacciaie per la conservazione delle merci. 

Porta Palazzo, detta anche Porta Pila, da sempre ha accolto gli ultimi arrivati in città: a fine ‘800 qui arrivarono i contadini dalle campagne piemontesi, negli anni ’60 gli emigranti dal Sud e dal Veneto, negli ultimi decenni persone provenienti dal Nord Africa, Est Europa, Sudamerica e Asia.

Il mercato oggi è suddiviso in quattro aree, ciascuna con una specializzazione.

Il mercato dell’Antica Tettoia dell’Orologio

Il primo quadrante in alto a destra ospita il mercato coperto in vetro e ghisa che ricorda molto le vecchie tettoie parigine descritte da Émile Zolà nel Ventre di Parigi. Lo riconoscete perchè all’esterno vedete un vecchio orologio e la scritta al neon “Love differences” opera di Michelangelo Pistoletto. Superate le porte basculanti troverete stand gastronomici pieni di formaggi, salumi, carne, pane, pasta fresca, olive; un labirinto con prodotti tipici regionali italiani e internazionali di tutti i tipi. In alcuni stand potete anche mangiare, oppure prendere da asporto.

Sempre in questo quadrante, sotto le tettoie, troviamo il mercato dei contadini, che offre una vasta gamma di prodotti agricoli freschi, come frutta, verdura, formaggi e salumi, tutti provenienti da aziende locali. Di fronte alla tettoia dei contadini troverete la Pescheria Gallina, una delle più rinomate in città, che oltre a vendere il pesce fresco, che arriva ogni giorno dalla Liguria, lo cucina. Arrivate presto perchè è frequentatissimo e c’è sempre coda.

Più in là, al mercato dei casalinghi, trovate qualsiasi attrezzo utile per la casa.

Il mercato della frutta e verdura

Nel settore in basso a destra trovate il classico mercato dei prodotti agricoli: bancarelle dalle coperture a strisce bianche e rosse con piramidi di frutta e verdura impilate ( i prezzi sono i più economici di Torino ma a volte nascondono qualche fregatura…), formaggi, olive, salumi. Tra una bancarella e l’altra, venditori improvvisati di menta e pane arabo. Nella zona coperta, c’è il mercato del pesce.

Il mercato dell’abbigliamento

Il quadrante in basso a sinistra offre una vasta gamma di vestiti economici, occhiali da sole, valigie, pigiami, maglie delle squadre di calcio e di basket.

Il Mercato Centrale

Nell’ultima area troviamo il Palafuksas, moderno edificio in vetro progettato dall’architetto romano, che ha suscitato molte polemiche. All’interno c’è il Mercato Centrale, con moltissime offerte per mangiare. Da non perdere i maritozzi della panetteria all’ingresso.

Un emporio d’altri tempi

In piazza della Repubblica 5/h, si trova la Ditta Ceni, una drogheria storica inaugurata nel 1963, colma di farine, legumi di ogni varietà, semi e spezie conservati in grandi sacchi di juta. Merita una visita anche solo per esplorare le 17 qualità di riso, 15 varietà di fagioli e 30 tipi di tisane. Questo emporio d’altri tempi ci riporta con la memoria ancora più indietro, a metà dell’Ottocento, epoca in cui Francesco Cirio portò in Italia il cibo in scatola. Ma questa è un’altra storia.

Borgo Dora e il Balôn

Attaccato a Porta Palazzo si trova Borgo Dora, un quartiere che deve il suo nome al fiume Dora. Percorrendo via Mameli e poi Via Borgo Dora arriverete al fiume, attraversando uno dei mercati delle pulci più belli d’Europa.

Qui sorse il primo insediamento produttivo della città, con concerie, mulini per granaglie e successivamente la “Regia Polveriera”, meglio conosciuta come “Arsenale”, oggi trasformata nell’Arsenale della Pace del Sermig. L’andamento curvo di Via Borgo Dora, insolito per Torino, è l’ultima traccia del “Canale dei Molassi”, che scorreva in questa zona fino al 1962 e alimentava i mulini della città.

Nelle vie di Borgo Dora tutti i sabati si svolge il Balôn e ogni seconda domenica del mese il Grand Balôn (la versione più estesa): lo storico mercato delle pulci di Torino (esiste dal 1857). Meta di collezionisti, turisti e torinesi curiosi alla ricerca di un affare tra le bancarelle e i negozi di antiquariato. Qui troverete ogni sorta di mobile, soprammobile e oggetto vintage, vestiti second hand, vinili, libri usati e riviste d’epoca: una gigantesca e mirabolante wunderkammer assolutamente da non perdere.

Scriveva Edmondo De Amicis

D’in fondo alla piazza, scendendo per una gradinata, si riesce in una larga strada ricurva, che va verso la Dora, davanti a un altro spettacolo curiosissimo. La strada è tutta da un capo all’altro una sola enorme bottega di rigattiere all’aria libera, un’esposizione grandiosa e compassionevole di miserie, di cui non è possibile farsi un’immagine fuorchè supponendo che un intero quartiere di Torino, invaso da un furore di distruzione, abbia rovesciato giù dalle finestre tutte le masserizie delle sue case, dai solai alle cantine, fino all’ultima carabattola dell’ultimo armadio. E tutto è ordinato, pulito, messo in vista, con una cura scrupolosa, come la merce più rara, e accanto a ciascuna delle cento rigatterie, che formano quell’interminabile bazar di cenci e di tritumi, siede il venditore meditabondo, appoggiato alla sua carretta, in atteggiamento filosofico, cogli occhi fissi sulle rovine da cui ricava la vita.

Il Balon è stato immortalato anche nel romanzo di Fruttero e Lucentini “La donna della domenica” e nel film di Luigi Comencini in cui Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset si aggirano per le bancarelle del mercato esclamando: “It’s much better than Portobello Road!”

Proseguendo verso la Dora, le bancarelle proseguono nel Cortile del Maglio, una piazza quadrata coperta con al centro una vecchia macchina per la forgiatura dei metalli. Attorno ci sono botteghe e studi creativi. Ancora più avanti la sede della Scuola Holden e il Sermig, nell’ex Arsenale Militare ora diventato Arsenale della Pace. La vocazione umanitaria della zona appare anche nel vicino “Cottolengo”, storico rifugio per emarginati e malati.

Vestiti vintage al Balon


I più amati a Porta Palazzo e al Balôn

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TO drink

TO shop

Mappa di Porta Palazzo e Borgo Dora

il mercatino vintage alla Gran Madre di Torino

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