Il Teatro Regio di Mollino: l’opera d’arte totale

Teatro Regio e la Mole Antonelliana

Alcuni teatri, capolavori di architettura contemporanea, sono diventati simboli delle città in cui sono stati eretti. Il più famoso è la Sydney Opera House, simbolo dell’Australia, ideata da Jørn con i suoi  gusci  che ricordano le barche a vela o le conchiglie. Oppure l’Elbphilharmonie di Amburgo, progettata da Herzog & de Meuron, che si erge come una scultura di vetro e metallo sulle rive dell’Elba, con una sala da concerto a forma di tenda e una facciata ondulata che riflette la luce e l’acqua. O ancora la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles firmata da Frank Gehry, oppure la meno nota ma geniale Philharmonie di Berlino di Hans Scharoun, che ruppe gli schemi della sala da concerto tradizionale, con un podio centrale circondato da terrazze e balconi.

Anche Torino ha un teatro che può essere accostato a queste opere d’arte architettonica. Il Teatro Regio di Carlo Mollino, visitato da architetti da tutto il mondo, ha una caratteristica unica: è praticamente invisibile dall’esterno. Nascosto dietro la facciata settecentesca del precedente teatro, questo gioiello architettonico nasce dalle ceneri del vecchio teatro progettato da Vittorio Alfieri e inaugurato nel 1740.

Il Teatro Regio è uno dei teatri storici più importanti d’Italia, citato già nell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert. Compositori del calibro di RossiniWagner e Puccini vi hanno lavorato, insieme a direttori leggendari come Arturo Toscanini e Richard Strauss. Tuttavia, nel 1936, un incendio distrusse completamente il teatro.

Dopo vari tentativi e progetti, nel 1965, l’amministrazione comunale affidò l’incarico di progettare il nuovo Teatro Regio a Carlo Mollino. Dietro la facciata settecentesca, unico elemento rimasto del precedente teatro, Mollino concepì un’architettura organica e simbolica. L’edificio ha la forma di un uovo, senza spigoli, evocando la nascita e la vita. Le dodici porte d’ingresso, decorate con i segni zodiacali, introducono il pubblico in un labirinto di scale, corridoi, rampe e passerelle sospese.

Le passerelle aeree del foyer del Teatro Regio di Torino

Un percorso dinamico e suggestivo che recupera la tradizione delle grandi scale barocche di Torino: quella guariniana di palazzo Carignano e quella juvarriana di palazzo Madama. Una sorta di secondo palcoscenico, in cui i protagonisti non sono gli attori ma gli spettatori, in cui il cemento armato a vista è abbinato al velluto rosso.

La platea è un’astronave, illuminata da una nuvola di luce, che trasporta gli spettatori in un viaggio fantastico. Il soffitto è viola, colore bandito da qualsiasi teatro per scaramanzia, con un lampadario composto da 1.762 sottilissimi tubi in alluminio con punto luce e 1.900 steli in perspex riflettente, che creano un incredibile effetto a stalattite. Il boccascena, ora purtroppo rimosso, ricordava ironicamente il video di un televisore.

Mollino spazia dal progetto dell’audace struttura costruttiva in cemento armato, forte della profonda conoscenza delle tecniche e dei materiali, ereditata dall’insegnamento paterno (il padre, un importante ingegnere, aveva progettato l’ospedale delle Molinette, all’epoca il più grande d’Italia) e dagli studi d’ingegneria, fino agli arredi come i lampadari, i divani, persino la cassa del bar è disegnata in modo brillante.

Uscendo dal teatro e guardando le sinuose fiancate laterali su via verdi o su piazzetta Mollino, il pensiero rimanda alla facciata curva di Palazzo Carignano e la texture di stelle in mattoni è un’evidente citazione delle le stelle di Guarino Guarini.

Il Teatro Regio di Torino è un’opera unica, che riflette la personalità e la cultura di Mollino. Un’opera che testimonia la sua passione per l’arte, la natura, la velocità, il mistero, il femminile. Un’opera che merita di essere conosciuta e ammirata da tutti gli amanti della bellezza.

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