Anche Torino ha un “Bosco Verticale”, meno conosciuto di quello di Milano: una foresta abitabile a San Salvario
A pochi passi dal Parco del Valentino e dal Centro Storico Fiat, in Via Gabriele Chiabrera 25, nel quartiere San Salvario, c’è un edificio davvero insolito per Torino. Si chiama 25 Verde ed è impossibile non notarlo: sembra una grande foresta sospesa tra cielo e città. Tra rami metallici, terrazze piene di alberi e pareti verdi, questo complesso residenziale è un vero angolo di natura nel cuore urbano.

Progettato dall’architetto Luciano Pia, il 25 Verde ospita più di 150 alberi che cambiano colore con le stagioni, purificano l’aria e regalano a chi ci abita (e a chi passa di lì) una piccola oasi di tranquillità.È un esempio perfetto di come si può costruire in modo intelligente, rispettando l’ambiente e rendendo le città più vivibili e belle.
Questo innovativo complesso residenziale torinese, conosciuto anche come “la casa degli alberi“, è diventato un simbolo di bioarchitettura ecosostenibile e un esempio virtuoso di come l’edilizia urbana possa armonizzarsi con la natura.
La storia del progetto: un “isolato bosco”

L’ideazione di 25 Verde iniziò nel 2007, quando l’architetto Luciano Pia concepì un edificio che potesse completare un isolato urbano torinese caratterizzato da una notevole varietà edilizia. La costruzione, avviata nel 2010 e conclusa nel 2013, ha portato all’inaugurazione dell’edificio nel 2014.
Questo progetto, insieme al più celebre Bosco Verticale di Milano, nato nello stesso anno, rappresenta uno dei principali esempi italiani di integrazione tra verde e architettura. Il progetto torinese si sviluppa in larghezza, mentre l’edificio milanese, come dice il nome stesso… è un grattacielo verde che si sviluppa in altezza. Secondo la tradizione sabauda, il 25 Verde ha ricevuto meno attenzione mediatica rispetto all’opera milanese, nonostante la sua realizzazione precedente, l’importanza della sua innovazione e il progetto più articolato e originale.


Una “casa sull’albero” alta 5 piani
L’intera costruzione è stata concepita come una “foresta abitabile”, evocando l’immaginario infantile della casa sull’albero. L’edificio occupa un intero isolato e si sviluppa su cinque piani, ospitando complessivamente 63 unità abitative, tutte diverse tra loro. Ogni appartamento è dotato di due terrazzi con metrature variabili e altezze comprese tra i 2,5 e gli 8 metri a seconda dei piani.
La struttura si caratterizza per l’uso innovativo dei materiali: strutture in acciaio corten che richiamano i tronchi degli alberi, terrazzi dai profili irregolari, ampie vetrate e rivestimenti in legno. Le “facciate” … se così possiamo chiamarle… ospitano giganteschi vasi per gli alberi. Questi elementi conferiscono all’edificio un aspetto organico e naturale, lontano dalle consuete geometrie dell’architettura urbana contemporanea.


Al centro dell’isolato, 25 Verde ritaglia un patio chiuso con vasche d’acqua e vegetazione che richiama l’ambiente di un bosco, creando un microcosmo naturale protetto dal caos cittadino. Le passerelle che attraversano questi specchi d’acqua enfatizzano l’esperienza immersiva nella natura, pur restando nel contesto urbano.
Il microclima creato dalla vegetazione contribuisce significativamente al comfort termico degli appartamenti, riducendo la necessità di climatizzazione artificiale in estate e fornendo un isolamento aggiuntivo in inverno. Questi benefici si traducono in un risparmio energetico concreto e in un minore impatto ambientale.


Progetti simili a 25 Verde nel mondo
Il 25 Verde di Torino fa parte di un movimento internazionale che reinterpreta il rapporto tra urbanizzazione e ambiente.
Il Bosco Verticale di Milano, progettato da Stefano Boeri e inaugurato nello stesso anno del palazzo torinese, è diventato uno degli edifici simbolo di Milano, noto in tutto il mondo e pluripremiato.
All’estero, One Central Park a Sydney (2014) combina 350 specie vegetali con tecnologie come gli eliostati per massimizzare la luce naturale, mentre Koebogen 2 a Düsseldorf (2020) trasforma 8 chilometri di siepi in un’opera di land art sostenibile.
In Asia, il Vertical Forest di Nanchino (2018) amplia il modello milanese includendo uffici e spazi culturali, e ACROS Fukuoka (1995) in Giappone nasconde un centro congressi sotto una collina verde composta da 100.000 piante. Tutti questi progetti puntano a rigenerare le città, migliorando la biodiversità, riducendo l’impatto climatico e ristabilendo un legame vitale tra le persone e la natura.
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