A San Salvario The Big Bear, l’orso fatto con i rifiuti di Bordalo II al Teatro Colosseo, è diventato un punto di riferimento per turisti, famiglie e appassionati di arte contemporanea, ma anche per chi si interessa di ambiente e sostenibilità.
Sulla parete laterale del Teatro Colosseo che si affaccia su via Bidone (un gioco di parole?) … nel quartiere San Salvario, un enorme orso realizzato con materiali di scarto osserva silenziosamente i passanti. Non si tratta di un graffito o di una scultura tradizionale, ma di un’opera d’arte urbana che racchiude un potente messaggio ecologico. “The Big Bear” (Il Grande Orso) è una delle creazioni più emblematiche di Artur Bordalo, noto come Bordalo II, artista portoghese che ha portato a Torino la sua arte fatta di rifiuti trasformati, come denuncia verso una società sempre più consumistica e disconnessa dalla natura che sta distruggendo.

Cos’è The Big Bear di Bordalo II a Torino?
The Big Bear è una delle più famose opere di street art di Torino. Realizzata nel 2016 dall’artista portoghese Bordalo II (Artur Bordalo), questa gigantesca scultura 3D raffigura un orso ed è composta interamente da materiali di scarto e rifiuti urbani come telai di biciclette, cassonetti e lamiere. Spazzatura che diventa arte. L’opera si trova sulla parete laterale del Teatro Colosseo in via Giorgio Bidone, nel quartiere San Salvario.
Chi è Bordalo II, l’artista di The Big Bear?
Nato a Lisbona nel 1987, Artur Bordalo, conosciuto nel mondo dell’arte come Bordalo II, ha seguito le orme del nonno, il pittore Real Bordalo, che ha dipinto gran parte della città portoghese. Il suo percorso artistico è iniziato con i graffiti illegali, attraverso i quali ha esplorato diversi stili e tecniche, ma gradualmente la sua coscienza ecologica ha trasformato il suo approccio all’arte urbana.
Bordalo II si considera un attivista prima ancora che un artista: i suoi interventi, costruiti con scarti e rifiuti, ricreano immagini della natura con l’obiettivo di richiamare l’attenzione e sensibilizzare il pubblico su ciò che l’umanità sta distruggendo con le sue abitudini consumistiche. La sua arte è stata definita “ecologica” proprio per il forte messaggio ambientale che trasmette e per l’originalità del processo creativo che trasforma gli oggetti scartati in potenti opere visive.
I “Big Trash Animals”: gli animali di spazzatura nel Mondo
“The Big Bear” di Torino fa parte di una serie più ampia denominata “Big Trash Animals“, un progetto con cui Bordalo II ha portato le sue giganti creature fatte di rifiuti sui muri di città di tutto il mondo: dalla Norvegia all’Azerbaijan, dagli Stati Uniti alla Polonia. Ogni animale rappresenta una specie minacciata o simboleggia la natura messa in pericolo dall’azione umana.



La tecnica è sempre la stessa: riciclare e assemblare pneumatici, paraurti danneggiati, biciclette rotte, pezzi d’auto e altri materiali di scarto per dare forma a animali giganteschi, pesci, volatili e insetti. Il risultato è un bestiario contemporaneo che popola i muri urbani, ricordando ai cittadini la fragilità dell’ecosistema e la responsabilità umana nella sua preservazione.
Le altre opere di street art da vedere sui muri del Teatro Colosseo



Facendo qualche passo avanti, sul retro del Teatro Colosseo troverai un altro orso che denuncia l’inquinamento: il gigantesco graffito Black Machine, l’orso polare immerso nel petrolio di cui parliamo più approfonditamente in questo post.
Sono diverse infatti le opere di street art sui muri del Teatro Colosseo. La facciata della casa di fronte ospita il gigantesco ragazzo che dorme sui libri, Self Portrait di Andreas von Chrzanowski aka Case Maclaim, uno dei più celebri street artist tedeschi, che mette le mani al centro della sue opere fotorealistiche.
Sopra l’Orso di spazzatura di Bordalo II potete ammirare il graffito di NemO’s, una gigantesca testa d’uomo che diventa gabbia, creando un curioso dialogo con le finestre della facciata. Street artist italiano di fama internazionale, NemO’s ci fa riflettere con le sue opere sull’essenza dell’umanità, esplorando temi come la natura istintiva dell’uomo, la dipendenza dalla tecnologia e l’egocentrismo diffuso nella società contemporanea.
Su via Bidone, il cerchio di 12 metri geometrico e astratto di Zeds, street artist olandese, una texture che ricorda un po’ un vecchio monoscopio.

Accanto all’orso di Bordalo II, troverete anche la Black Dream Wall di Andrea Spoto, una lavagna interattiva dove lasciare pensieri e sogni, ispirata al progetto “Before I Die” di Candy Chang.

Questo spazio urbano diventa così un luogo di dialogo tra arte, ambiente e comunità.
Come mai tutti questi murales al Colosseo?
Dal 1981, Claudia e Andrea Spoto, gli attuali proprietari figli del fondatore del Teatro, hanno trasformato il Colosseo da semplice sala teatrale in un laboratorio culturale polivalente. Spinti dalla loro passione per l’arte urbana, hanno stretto collaborazioni significative con il collettivo Xora, la Square 23 Gallery e la curatrice Lacryma Lisnic, organizzando mostre tematiche di grande risonanza come “Street Art in Blu” (2019 e 2021) che hanno ospitato opere di Banksy, Blu, Ericailcane e Nevercrew. La loro visione più innovativa è stata quella di estendere l’esperienza artistica oltre gli spazi interni, integrando opere permanenti sulle facciate esterne e trasformando così l’edificio stesso in un museo a cielo aperto che dialoga attivamente con il tessuto urbano circostante.
Dove si trova The Big Bear a Torino?
Indirizzo: Via Giorgio Bidone 30, Torino (facciata laterale del Teatro Colosseo)
Quartiere: San Salvario, facilmente raggiungibile con mezzi pubblici e a piedi dal centro città
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