Parigi Esposizione Universale del 1878.
Due italiani partecipano e ottengono riconoscimenti: entrambi si chiamano Francesco, entrambi arrivano da Torino, entrambi hanno una sfida: fermare il tempo.
Le storie parallele di Francesco Cirio, l’inventore dei pomodori in scatola, e Francesco Garnier Vernetti, l’inventore del Museo della Frutta di Torino

Torino, fine Ottocento. Due uomini, due idee che si incrociano.
Uno si chiama Francesco Cirio. Viene da Nizza Monferrato. Guarda i pomodori e pensa che sia uno spreco vederli marcire. Si chiede se non si possa fermare il tempo. Scopre che il tempo si può ingannare: basta chiudere tutto in una scatola di latta e scaldarla a dovere.
L’altro si chiama Francesco Garnier Valletti. Lui pensa ai frutti, alla loro forma perfetta, a come la loro bellezza sia destinata a svanire. Una pera esiste per qualche settimana, poi si arrende. Lui no. Lui prende la cera, poi inventa tecniche nuove e modella, colora. Fa delle pere che sembrano vive, delle mele che ingannano la vista, delle uve che potrebbero essere mangiate. Ma non lo sono. Sono eterne. Così nasce un museo. Il Museo della Frutta.
Francesco Cirio: il Pioniere delle Conserve
Gli inizi di un genio Imprenditoriale
Francesco Cirio nacque il 25 dicembre 1836 a Nizza Monferrato, in Piemonte, in una famiglia umile. Fin da giovane dimostrò un forte spirito imprenditoriale e una grande capacità di osservazione. A soli 14 anni si trasferì a Torino per lavorare in un’azienda di granaglie, dove acquisì esperienza nel commercio dei prodotti agricoli. Comprava verdure a prezzi scontati al mercato di Porta Palazzo poco prima della chiusura e le rivendeva nelle zone periferiche della città; per questo motivo, in dialetto piemontese, è conosciuto come “‘l Re ‘d Pòrta Palass“.

La svolta arrivò quando intuì il potenziale della conservazione dei prodotti alimentari, un tema cruciale nell’Europa dell’epoca, dove la freschezza e la stagionalità limitavano la disponibilità di certi cibi. Si ispirò agli studi del francese Nicolas Appert sulla conservazione tramite sterilizzazione e iniziò a sperimentare tecniche innovative.
Nel 1856, a soli 20 anni, Cirio fondò la sua prima azienda a Torino, dedicata alla conservazione dei piselli. Fu un successo immediato: grazie alla tecnica dell’appertizzazione (una forma primitiva di pastorizzazione), riuscì a mantenere intatti il sapore e le proprietà nutritive dei legumi.
La sua impresa si espanse rapidamente, includendo altri prodotti come pomodori, carciofi e frutta. Il marchio Cirio divenne sinonimo di qualità, esportando conserve in tutta Europa. Grazie alla sua visione, l’Italia divenne uno dei principali produttori di cibo in scatola nel mondo.
Francesco Cirio morì nel 1900, ma la sua azienda continuò a crescere lontano da Torino, che lo ricorda con una via, una targa a Porta Palazzo (al n. 24 di piazza della Repubblica), dove tutto è nato.
Francesco Garnier Valletti e il Museo della Frutta
Se Cirio rivoluzionò il modo di conservare i prodotti agricoli, Francesco Garnier Valletti (1808-1889) fu un genio della riproduzione botanica. Nato a Giaveno, si trasferì a Torino dove sviluppò un’abilità straordinaria: la creazione di modelli di frutti e piante.
Le sue opere non erano semplici riproduzioni artistiche, ma strumenti scientifici per lo studio della frutticoltura. In un’epoca in cui non esistevano fotografie a colori dettagliate, i suoi modelli permettevano di catalogare e studiare le varietà di frutti con una precisione impressionante.
Garnier Valletti collaborò con scienziati e agronomi per realizzare centinaia di modelli che rappresentavano con esattezza le varietà di mele, pere, uva e altri frutti italiani. Il suo lavoro fu riconosciuto a livello internazionale, tanto da essere premiato all’Esposizione Universale di Parigi del 1867.

Questi straordinari modelli, conservati nel Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti” di Torino, sono ancora oggi un patrimonio scientifico e artistico unico al mondo. Il museo ospita oltre 1000 riproduzioni, che raccontano la storia della frutticoltura piemontese e delle sue varietà ormai scomparse.
Se Cirio permise di mangiare le pesche anche d’inverno, Garnier Valletti garantì che una varietà di mela non si perdesse nell’oblio della storia.
Lascia un commento