In una via Garibaldi (n.3) sempre più intasata di jeanserie e profumerie, ha aperto uno dei negozi che ho sempre invidiato alle grandi capitali europee: Muji, una catena giapponese che vende oggetti dal design minimalista: dal bloc notes di carta beige grezza al set per la salsa di soia, dal lettore cd da parete (pluripremiato e geniale oggetto disegnato da Ideo) alle tovagliette per arrotolare i Nori Maki. Praticamente la filosofia di Ikea in versione giapponese.
Peccato, però, che il negozio sia ospitato nei locali della storica libreria Lattes e che nella risistemazione del negozio siano state chiuse le finestre su via Garibaldi, che davano fascino ai locali al primo piano. Certo non poteva esserci contrappasso peggiore: da un locale storico e tradizionale ad una catena internazionale…
Il bello e il brutto della globalizzazione.
ma noooo!!!!non c’è più la lattes???ma che tristezzaaaaa!!!Se avessi saputo,qualche mese fa,che era lultima volta che ci mettevo piede e he compravo….:'(e si che io amo il Giappone eh,e son contentissima di questo negozio che non vedo l’ora di andare a vedere!!!….però rimane pur sempre un velo di tristezza….beh,spero di esorcizzare la malinconia con un acquisto in questo piccolo angolo di Giappone!!:-D
Già… però sai che regali di natale 😀
Un saluto!
ihihihih!!!verissimo!!!:-D
Oggi sono passata Muji, e` molto carino.
Il tuo sito bellissimo, mi piace tantissimo.
Ti seguo!
Sayaka&Andrea
Muji!!! obiettivamente, l’unica cosa che ci può impedire di piangere troppo per la chiusura di lattes…
Già … il passaggio da un luogo della tradizione ad un nonluogo è traumatico.
Dietro alla chiusura della Lattes, purtroppo, c’è il dramma delle librerie indipendenti. La gente legge di meno e compra da Mondadori.
E’ vero, non riescono a reggere la concorrenza, e se devo dire anche io che ora la rimpiango non ci mettevo mai piede preferendo magari la Fnac. Forse perchè preferisco le librerie in cui puoi girovagare curiosare e sfogliare un libro senza sentirti osservato e magari nel frattempo prenderti anche un caffè.
Le piccole librerie per sopravvivere dovrebbero forse specializzarsi, scegliendo un tema: ad esempio da Comunardi ci vado spesso perchè so che ci trovo libri di un determinato genere.
E se qualcuno aprirà in centro una bella libreria dedicata all’arte e all’architettura mi vedrà spesso…
Sono stato a Torino a Novembre, e mi è piaciuta moltissimo la libreria Mood, in via Cesare Battisti. E’ bella, fornita, c’è il caffè… anche il bagno con la musica è strepitoso… bellissimo anche lo sfashion cafè lì vicino!
concordo: brutto colpo la perdita di lattes, buon successo l’arrivo di Muji (che però avrebbe potuto essere benissimo ospitata altrove, anche in pieno centro).