In Via delle Rosine, a pochi passi da Via Po, si trova uno dei musei più interessanti di Torino: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Dal 2015, questo spazio ha trasformato un antico convento in un luogo dove la fotografia diventa conversazione e ogni scatto è un pretesto per guardare il mondo con occhi nuovi.


L’edificio stesso racconta storie stratificate. Qui, nel XVIII secolo, i frati dell’ordine di Santa Pelagia pregavano e studiavano. Nel 1789 venne aperta la “Scuola di carità”, una delle prime scuole elementari gratuite d’Italia. Oggi, nelle stesse stanze che un tempo ospitavano lezioni di alfabetizzazione, si impara a leggere il linguaggio delle immagini.
L’idea di CAMERA nasce da un’intuizione ambiziosa: dotare l’Italia di un centro dedicato alla fotografia come forma di linguaggio, documentazione e espressione artistica. Il progetto si concretizza grazie a un partenariato che vede insieme Intesa Sanpaolo, Eni e Magnum Photos, la leggendaria agenzia fotografica fondata da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson.
Walter Guadagnini, alla direzione artistica dal 2016, ha saputo trasformare CAMERA in un punto di riferimento internazionale, dove la ricerca accademica si intreccia con la divulgazione più accessibile.
La visita a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Sette sale espositive si susseguono in sequenza e un lungo corridoio di quasi settanta metri ripercorre la storia della fotografia. È un percorso che ha qualcosa di cinematografico, quello di Camera, con le sue stanze che si aprono una dopo l’altra come capitoli di un racconto visivo.


“La storia della fotografia nelle tue mani” rappresenta forse l’iniziativa più innovativa di CAMERA. Pannelli visivo-tattili realizzati con tecniche sofisticate permettono anche a persone cieche o ipovedenti di esplorare tattilmente la storia della fotografia. È una dimostrazione concreta che l’arte può essere davvero universale, quando la volontà di condividere supera le barriere tecniche.
Al termine della visita è sempre bello curiosare nella ricca offerta della libreria specializzata non solo in volumi fotografici: quello che rende davvero speciale il bookshop di CAMERA è la collaborazione con Edicola 518, la celebre edicola di Perugia nota per la sua proposta unica di pubblicazioni d’arte, fanzine, libri d’artista e magazine indipendenti.
Le più belle mostre di CAMERA
Le mostre fotografiche di Camera sono sempre sorprendenti e riescono a offrire un punto di vista nuovo sulla realtà.

Man Ray ha portato in Via delle Rosine la magia del surrealismo fotografico, mentre Henri Cartier-Bresson e l’Italia ha mostrato il nostro Paese attraverso l’obiettivo del padre del fotogiornalismo moderno. Alfred Eisenstaedt ha raccontato il Novecento attraverso i suoi scatti iconici, Ai Weiwei ha mescolato provocazione politica e ricerca estetica.
L’omaggio a Carlo Mollino ha celebrato il genio torinese che sapeva passare dall’architettura alla fotografia con la stessa eleganza visionaria. Riccardo Moncalvo ha raccontato quasi sessant’anni di storia italiana attraverso l’obiettivo di un piemontese che sapeva vedere oltre la superficie.
E poi ci sono state quelle esposizioni che ti prendono di sorpresa, come Sandy Skoglund: un tuffo nell’immaginario più spiazzante della fotografia contemporanea, dove la realtà domestica si trasforma in teatro dell’assurdo. Ricordo ancora l’impatto di trovarsi di fronte a quelle installazioni fotografiche dove ogni elemento – dalla scultura alla composizione – era pensato per creare un mondo parallelo. Opere che in alcuni casi hanno richiesto oltre dieci anni di lavoro.
Vivian Maier ha trasformato la figura della tata-fotografa in un’icona dell’arte contemporanea. O Letizia Battaglia che ha raccontato la Sicilia con grande forza narrativa.
L’emozione degli scatti di Sebastião Salgado, dove la bellezza e il dramma del mondo si fondono in un bianco e nero che ha la densità della poesia. Robert Capa ha fatto rivivere l’intensità della guerra e della pace con quella sua capacità unica di essere sempre nel posto giusto al momento giusto.
“L’Italia di Magnum” ha offerto una narrazione del nostro Paese senza retorica, attraverso gli occhi di fotografi che lo raccontavano con lucidità e poesia. “Paparazzi” ha esplorato il fenomeno del fotogiornalismo scandalistico, sollevando domande sul rapporto tra fotografia, celebrità e società.
“Camera Pop” ha celebrato il linguaggio pop nella fotografia contemporanea, mentre “Bar Stories on Camera“, realizzata con Galleria Campari e Magnum Photos, ha trasformato i bar in teatri di vita quotidiana, luoghi dove si intrecciano storie e si consumano piccoli drammi urbani.
Vedere il mondo in un’ottica diversa

Uscendo da Via delle Rosine, dopo una visita a CAMERA, la città appare diversa. I giochi di luce sui palazzi, l’espressione di un passante, il riflesso di una vetrina: tutto assume un significato nuovo. È questo il vero miracolo di CAMERA: non solo mostrare fotografie, ma insegnare a vedere.
In un’epoca in cui siamo sommersi dalle immagini, CAMERA ci ricorda che guardare è un’arte, che ogni fotografia è una scelta, che dietro ogni scatto c’è un punto di vista. È un invito alla lentezza, alla riflessione, alla curiosità.