… e, come ogni anno, tutti in coda nei negozi di libri scolastici usati.
5 comments to “Ricomincia la scuola …”
Domenica sono stato a To per una mostra felina (dove in realtà sono andato apposta per apprezzare gli esponenti randagi “non di razza” portati dai volontari delle associazioni per i mici di strada) e ho scoperto questa “cosa” bellissima…
(era infatti ubicata nella struttura ricavata in questa cosiddetta Piazza del Maglio)
Domenica sono stato a To per una mostra felina (dove in realtà sono andato apposta per apprezzare gli esponenti randagi “non di razza” portati dai volontari delle associazioni per i mici di strada) e ho scoperto questa “cosa” bellissima…
(era infatti ubicata nella struttura ricavata in questa cosiddetta Piazza del Maglio)
“Il fascino dei cantieri – scrive Marc Augé nel suo “Rovine e macerie” – dei terreni incolti in attesa ha sedotto cineasti, romanzieri, poeti. Oggi quel fascino dipende, mi sembra, dal suo anacronismo. Contro l’evidenza, esso mette in scena l’incertezza Contro il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto e al tempo stesso l’imminenza incerta di quanto può accadere: la possibilità di un istante raro, fragile, effimero, che si sottrae all’arroganza del presente e all’evidenza del ‘già qui’”. E ancora: “I cantieri, eventualmente a costo di un’illusione, sono spazi poetici nel senso etimologico della parola: vi si può fare qualcosa; la loro incompiutezza contiene una promessa”. E Torino, città-cantiere, è tutte queste cose. Anacronistica, incerta, allo stato attuale è soprattutto una promessa. (da: “Torino è casa mia”, di Giuseppe Culicchia)
“Il fascino dei cantieri – scrive Marc Augé nel suo “Rovine e macerie” – dei terreni incolti in attesa ha sedotto cineasti, romanzieri, poeti. Oggi quel fascino dipende, mi sembra, dal suo anacronismo. Contro l’evidenza, esso mette in scena l’incertezza Contro il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto e al tempo stesso l’imminenza incerta di quanto può accadere: la possibilità di un istante raro, fragile, effimero, che si sottrae all’arroganza del presente e all’evidenza del ‘già qui’”. E ancora: “I cantieri, eventualmente a costo di un’illusione, sono spazi poetici nel senso etimologico della parola: vi si può fare qualcosa; la loro incompiutezza contiene una promessa”. E Torino, città-cantiere, è tutte queste cose. Anacronistica, incerta, allo stato attuale è soprattutto una promessa. (da: “Torino è casa mia”, di Giuseppe Culicchia)
Bello il libro di Culicchia, ho finito di leggerlo da poco. Esprime bene le sensazioni che si provano a Torino e una certa nostalgia per quello che non c’è più.
Domenica sono stato a To per una mostra felina (dove in realtà sono andato apposta per apprezzare gli esponenti randagi “non di razza” portati dai volontari delle associazioni per i mici di strada) e ho scoperto questa “cosa” bellissima…
http://www.comune.torino.it/portapalazzo/bancadati/altripro/maglio.htm
(era infatti ubicata nella struttura ricavata in questa cosiddetta Piazza del Maglio)
Domenica sono stato a To per una mostra felina (dove in realtà sono andato apposta per apprezzare gli esponenti randagi “non di razza” portati dai volontari delle associazioni per i mici di strada) e ho scoperto questa “cosa” bellissima…
http://www.comune.torino.it/portapalazzo/bancadati/altripro/maglio.htm
(era infatti ubicata nella struttura ricavata in questa cosiddetta Piazza del Maglio)
“Il fascino dei cantieri – scrive Marc Augé nel suo “Rovine e macerie” – dei terreni incolti in attesa ha sedotto cineasti, romanzieri, poeti. Oggi quel fascino dipende, mi sembra, dal suo anacronismo. Contro l’evidenza, esso mette in scena l’incertezza Contro il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto e al tempo stesso l’imminenza incerta di quanto può accadere: la possibilità di un istante raro, fragile, effimero, che si sottrae all’arroganza del presente e all’evidenza del ‘già qui’”. E ancora: “I cantieri, eventualmente a costo di un’illusione, sono spazi poetici nel senso etimologico della parola: vi si può fare qualcosa; la loro incompiutezza contiene una promessa”. E Torino, città-cantiere, è tutte queste cose. Anacronistica, incerta, allo stato attuale è soprattutto una promessa. (da: “Torino è casa mia”, di Giuseppe Culicchia)
“Il fascino dei cantieri – scrive Marc Augé nel suo “Rovine e macerie” – dei terreni incolti in attesa ha sedotto cineasti, romanzieri, poeti. Oggi quel fascino dipende, mi sembra, dal suo anacronismo. Contro l’evidenza, esso mette in scena l’incertezza Contro il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto e al tempo stesso l’imminenza incerta di quanto può accadere: la possibilità di un istante raro, fragile, effimero, che si sottrae all’arroganza del presente e all’evidenza del ‘già qui’”. E ancora: “I cantieri, eventualmente a costo di un’illusione, sono spazi poetici nel senso etimologico della parola: vi si può fare qualcosa; la loro incompiutezza contiene una promessa”. E Torino, città-cantiere, è tutte queste cose. Anacronistica, incerta, allo stato attuale è soprattutto una promessa. (da: “Torino è casa mia”, di Giuseppe Culicchia)
Bello il libro di Culicchia, ho finito di leggerlo da poco. Esprime bene le sensazioni che si provano a Torino e una certa nostalgia per quello che non c’è più.